La birra, una bevanda antica, che esalta i profumi della terra.
Nell’Italia antica, prima dell’arrivo dei Romani, fra Toscana e Emilia-Romagna si confrontavano due culture diverse: gli Etruschi da un lato, i Celti dall’altro. I due popoli, capaci in alcuni casi di convivere civilmente nello stesso villaggio, mostravano molte differenze. Una fra tutti, il contenuto delle loro coppe! Gli Etruschi prediligevano il vino, mentre i Celti amavano la birra, la cervogia o cervesia, come i latini impararono da loro a chiamarla. Prodotta con diversi tipi di cereali (orzo, frumento…), la birra viene poi apprezzata dai Romani e trova un’importante diffusione nel medioevo, riuscendo a sopravvivere come tradizione fino ai giorni nostri.
La birra è una bevanda diffusissima nel mondo, la cui modalità produttiva può variare molto per ingredienti e operazioni; per questo si parla dell’esistenza di diversissimi “stili birrari”, che arrivano a identificare un risultato sempre unico in termini di gusto e aroma. Se da un lato la produzione industriale ha ridotto questa “biodiversità”, oggi assistiamo a una domanda sempre crescente di birre artigianali, con caratteristiche organolettiche particolari e non omologate.
In questa parte dell’Appennino si distinguono due produzioni, capaci di far rivivere, in forma di biondo fluido (o bruno, o ambrato…), i profumi e i sapori dell’ambiente circostante:
– La Birra del Reno, una produzione completamente artigianale, non pastorizzata e rifermentata in bottiglia. Per la rifermentazione viene utilizzato miele di acacia e di castagno di produzione propria.
– A Granaglione si trova invece il birrificio Beltaine, che prende il nome da un’antica festività celtica. La birra di castagne Beltaine rappresenta il frutto di diversi anni di ricerca, per offrire al pubblico una birra capace di sottolineare i sapori e i profumi del territorio di origine, utilizzando prodotti del bosco (castagne, ginepro) e antiche varietà di frumento.