Superficie comunale Kmq. 96,4
Altitudine: m 600-800
Densità: Ab./Kmq. 22
Come arrivare: Camugnano si raggiunge da Bologna (Km 60) percorrendo la Strada Statale 64 “Porrettana”, giunti in località Riola, si attraversa il ponte sul fiume Reno per imboccare la Strada Provinciale 62 che conduce a Camugnano.
Camugnano gode di una splendida posizione panoramica, che gli è valso il soprannome di “terrazza dell’Appennino”. L’origine del luogo è romana come dimostra il significato del toponimo: esso deriva infatti dal nome gentilizio “Camonius“, il proprietario di un antico fondo Camonianus. Da qui l’antico Camugliano o Ca Mugliano, la cui deformazione ha portato al nome attuale. Oggi tranquillo luogo di villeggiatura, Camugnano è luogo ideale per famiglie con bambini per il buon clima e il rilassante ambiente naturale. Dispone di ampio parco giochi con pista da pattinaggio e da pallacanestro.
Sul territorio comunale si trovano numerose località di interesse:
BAIGNO
Altitudine: m. 700
Baigno è una frazione di Camugnano e si trova a 18 Km da Porretta Terme. Interessante la chiesa parrocchiale dedicata a Santo Stefano, profondamente ristrutturata nel 1768. Al suo interno sono conservate diverse tele settecentesche, fra le quali un “Incontro di Maria con Santa Elisabetta” di autore sconosciuto e la pala del SS. Crocefisso della scuola di Guido Reni.
BARGI
Altitudine: m. 600
Bargi era anticamente nota per la sua tradizione di lavorazione del ferro del bronzo e di fabbricazione delle armi. La storia medievale arricchisce di un fascino remoto questa deliziosa borgata: il suo potente castello fu a lungo conteso fra Bologna e Pistoia, per poi cadere agli inizi del XIV sec. nelle mani dei conti Panico, che ne fecero un rifugio dopo aver compiuto scorrerie e saccheggi nelle aree appenniniche circostanti. Proprio in funzione di rappresaglia il castello di Bargi venne completamente distrutto nel 1451 dai bolognesi. A breve distanza dal paese, poco prima del bacino di Suviana, si incontra la piccola località dei Pianacci, diventata celebre per aver dato i natali alla famiglia degli Acquafresca, nota stirpe di armaioli e cesellatori. Nel 1619 vi nacque Sebastiano Acquafresca, che diede inizio a questa tradizione familiare diventando un valente cesellatore. Ben altro valore e fama ebbe invece il figlio Matteo, artefice di rinomatissimi archibugi la cui eleganza e perfezione si possono oggi ammirare in alcuni musei (Firenze, Torino, Birmingham) e dalla raffinata tabacchiera esposta al Victoria and Albert Museum di Londra.
Nella vicina località di Ca’ dei Melati abitava la famiglia dei Comelli, proveniente da Castel di Casio, famosi costruttori di orologi da torre, abili tornitori di metalli, cesellatori ed ebanisti di rara maestria. Particolarmente noto fu Francesco Comelli, chiamato nel 1780 dal Senato a svolgere la sua attività a Bologna. Tra le chiese più significative del territorio di Camugnano ricordiamo la chiesa parrocchiale di Bargi (fine del ‘600), con un antico organo di fattura barocca. Altro simbolo di Bargi è il ponte del “G.A. Dotti del 1766” elegante struttura ad una sola arcata, dotata di banchine lungo le spallette realizzate in modo da fare sedere il viandante senza costringerlo a togliersi la gerla di dosso. A capo del ponte si erge una edicola con una terracotta raffigurante la Madonna di S. Luca.
BURZANELLA
Altitudine: m. 550
Nel podere Bontecchio, a Burzanella, sono state ritrovate quattordici asce di bronzo risalenti al secondo millennio avanti Cristo. Un ritrovamento che ha indotto gli archeologi a pensare che Burzanella fosse un importante nodo di scambi commerciali tra le valli del Setta e del Reno. A conferma dell’importanza di questa zona nell’antichità, in località i Querceti, è stata trovata una statuetta etrusca. Nei pressi di Burzanella si può visitare il piccolo Oratorio dei Frascari, con tetto a capanna, campanile a vela e portale tardo cinquecentesco a timpano aperto, dedicato alla Madonna dei Sette Dolori. All’interno è conservata una bella statua in stucco dipinta, raffigurante la Madonna seduta, con le mani giunte e sette spade conficcate nel cuore. Si ha notizia dell’oratorio dei Frascari in epoca successiva quando nel 1809 vi si radunò un gruppo di insorti antifrancesi che da qui tentarono di assalire Castiglione dei Pepoli.
CARPINETA
Altitudine: m. 490
Carpineta fu territorio della parrocchia di S. Pietro di Guzzano fino al 1625. In quell’anno don Giuliano Zanobi costruì una chiesa nei pressi della casa più bella di Carpineta (quella di Berto Elmi, famoso architetto carpinetano al quale si deve, tra le altre cose, il rinnovamento urbanistico dei Bagni della Porretta nella metà del ‘400). Così Carpineta ebbe la sua chiesa, dedicata ai Santi Carlo e Bernardino, che in seguito divenne parrocchiale. È di qualche anno più tardi la donazione di una bellissima pala d’altare, da pochi anni restaurata, che raffigura la Madonna col Bambino in braccio, sulla cui mano è posata una rondine, due angeli in alto ed ai piedi i Santi Carlo, Bernardino e S. Pietro. Carpineta ospita altri monumenti d’interesse: un’ antica edicola in pietra, datata 1442 che oggi ospita una terracotta raffigurante la Madonna di Boccadirio. A Ca’ Mazzoli si trova una casa con una decorazione di pianta di capelvenere su un architrave e l’iscrizione della data (1492). Ricordiamo inoltre, in località Gumiera, l’Oratorio di S. Vincenzo de’ Paoli costruito a metà ‘700 da d. Bernardino Tonelli. A pochi minuti di macchina si può scendere verso il fiume Limentra, in località Castrola, per godersi un po’ di fresco e di pace a contatto con la natura; lì vi è un laghetto artificiale per la pesca. A Castrola è vi è un famoso ponte costruito attorno all’anno 1000, via di comunicazione importantissima fra Bologna e la Toscana pistoiese, lucchese e pisana. Le cronache del periodo compreso tra il secolo XII e la metà del XIII riportano notizia del grande afflusso di crociati che si dirigevano verso i porti della Toscana per imbarcarsi per la Terra Santa. Il medievale borgo fortificato al poggio di Castrola fu costruito probabilmente a difesa proprio di questa importante itinerario storico. Il ponte che vediamo attualmente, in stato purtroppo di grave degrado, è quello rifatto nel 1851 su disegno di L. Lorenzini con i resti del sovrastante fortilizio duecentesco.
GUZZANO
Altitudine: m. 500
Guzzano ha origini romane. Il suo nome che era indicato nei testi antichi come “Fundus Acutianus” “Gens Acutia” “Acutianus”, derivanti dal nome gentilizio dei suoi proprietari di quell’epoca. Dal sec. XIII si hanno notizie di Guzzano come un centro di grandissima importanza con una Chiesa plebana di estesa giurisdizione su altre 10 chiese del territorio circostante. Della Chiesa, dedicata a S. Pietro Apostolo, si hanno notizie fin dal IX secolo. Vi era inoltre un castello o fortilizio citato in un codice del 1064 come “Castrum Acutianum” (forse il castello di Mangone) dove i nobili del periodo dominavano con alterne fortune: i Conti Alberti di Prato e i Conti di Panico. Nel 1382 aveva titolo di contessa di questo luogo Caterina degli Alberti di “Anguzzano”, nuora del Conte Ugolino da Panico che ancora rivendicava i suoi diritti sulle terre e sui suoi sudditi contro il governo di Bologna. Nel 1441 il castello fu probabilmente distrutto da Baldazzo d’Anghiari, alleato del Papa Eugenio IV contro Bologna che infierì e distrusse anche le fortificazioni di Bargi e Stagno. Risulta che nel 1682 il conte Cornelio Pepoli pubblicò, arbitrariamente, un ordine di riserva di caccia valida solo per la sua famiglia, su questo territorio e su altri limitrofi. La Chiesa a metà del XV secolo cadde in rovina e per ricostruirla accorsero i nobili bolognesi della famiglia Volta, che per questo ottennero in cambio il giuspatronato su questa chiesa con il diritto alla nomina degli arcipreti, diritto che fino ad allora spettava ai parrocchiani. Risulta poi che questa chiesa fu di nuovo ricostruita per due volte, l’ultima nel 1653 sempre col contributo della famiglia Volta. Nel 1772 la Pieve passò in eredità ai Conti Grati-Volta fino al 1842. In seguito vi sono stati smembramenti della proprietà, cessioni ed altri avvenimenti che ne hanno portato alla completa decadenza. Attualmente la Chiesa versa in cattivo stato di conservazione con necessità di interventi radicali di restauro.
SAN DAMIANO
Altitudine: m. 690
Da un estimo del 1235 San Damiano risultava feudo degli Alberti, governato da un consorzio di nobili presieduto da un certo Uguccione; questo feudo comprendeva i territori delle Mogne e parte dei territori del castiglionese. Come la vicina frazione di Trasserra, San Damiano fu oggetto di contesa fra lo Stato della Chiesa, Bologna e i Conti Pepoli di Castiglione, dal ‘300 al ‘700.
STAGNO
Altitudine: m. 600
Piccolo borgo quattrocentesco, arroccato attorno alla chiesa, che fu sede di un potente castello. Centro di feroci lotte fra Pistoia e Bologna, il castello di Stagno era costituito da un ampio recinto murato, con una sola porta d’ingresso difesa da un cassero con torre. All’intero vi era la cisterna per la raccolta delle acque piovane ed alcuni piccoli edifici. Fino al 1972 raggiungibile solo a piedi, Stagno rappresenta un esempio unico di architettura appenninica: i tetti ricoperti con lastre di arenaria, i portali e le finestre, i portichetti, le iscrizioni sulle pietre, danno al visitatore la sensazione di fare un viaggio a ritroso nel tempo. La chiesa, dedicata a San Michele Arcangelo, edificata come semplice oratorio nel 1570 e diventata parrocchiale nel 1840, è caratterizzata da due irte scalinate di accesso che separavano, nell’ingresso al luogo Sacro, gli uomini dalle donne. Altro caratteristico Borgo è quello di Chiapporato, un gruppo di case addossate le une alle altre, databili fra il XVII ed il XIX secolo, abbarbicate al monte Calvi e raggiungibili solamente a piedi. Chiapporato è il racconto di un’epoca, un esempio unico di come un tempo l’architettonica aveva un profondo rispetto per l’ambiente. Un intreccio di tetti, viuzze, forni, scritte sulle pietre che conservano e trasmettono al visitatore un fascino particolare. Da segnalare inoltre i borghi di Casa Guidotti, nei pressi di Carpineta, che presenta una elegante finestra scolpita con l’iscrizione “Berto de’ Jelmo fè a dì VII de mazo MCCCCXXV”; ciò conferma la presenza e l’attività della famiglia Elmi, di origine comacina, che si era stabilita a Carpineta. Trasserra, con l’antica chiesa dedicata a San Giovanni Battista, ricostruita nel XVIII secolo. Conserva al suo interno alcune pregevoli tele settecentesche ed una statua della Madonna. Infine il Molino delle Mogne, piccolo borgo del XVIII secolo, dove sorge la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, costruita dall’architetto Grisleri nel dopoguerra.
TRASERRA
Altitudine: m. 630
L’etimologia della parola deriva sicuramente dalla posizione di questo luogo: “trans” = al di là e “serra” = catena montuosa. Si hanno notizie dell’abitato a partire dal 1221. Uno statuto del Comune di Bologna del 1288 proibisce fiere e mercati “in terris comitatus Bononie”, fatta eccezione per alcuni centri importanti tra i quali Trassera, che li può tenere una volta al mese. In un altro documento del 1353 del Comune di Bologna si concede agli uomini di Trassera di provvedere da soli alla difesa delle loro terre, grazie a un castello o una fortezza, di cui si presuppone la reale esistenza storica. La fondazione della chiesa dedicata a S. Giovanni Battista, risale al XII secolo. Nel 1378 la parrocchia era soggetta al plebanato di Verzuno. Nel 1570 fu sottoposta alla parrocchia di Baragazza. Il suo giuspatronato fu dei parrocchiani che mantennero questo diritto fino al 1416. Nel 1630 il giuspatronato fu concesso al Conte Girolamo Pepoli. La chiesa fu poi riedificata nella metà del XVIII secolo. Nell’altare maggiore vi è un dipinto dedicato a San Giovanni, in un altare laterale è una tavola dedicata alla Beata Vergine del Rosario realizzata a seguito di Bolla papale del 1618 che istituiva la relativa Compagnia. La tavola dell’altare è dedicata ai Santi Rocco e Sebastiano, realizzata a spese dei parrocchiani per gratitudine, dopo che la località passò indenne alla peste del 1630.
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